Davide Vargas, architetto di Aversa. “…Così è la mia città ideale. Sovversiva, perché non promette la felicità ma l’esperienza”.

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» …Así es mi ciudad ideal. Subversiva, porque no promete la felicidad pero sí la experiencia»
I miei genitori hanno avuto la stessa camera da letto dal 1955, più o meno. Io sono nato nel ’56. È ancora la camera di mia madre. La disegnò zio Franco di Milano.

Nell’immaginario familiare era l’architetto. Caso unico di geometra scambiato per architetto. Sui cantieri mi è capitato spesso di sentirmi chiamare “geometra”, quasi che il titolo di architetto fosse una deminutio. Comunque zio Franco (e il fratello, lavoravano insieme) era bravo. In famiglia si diceva che avessero lavorato con Figini e Pollini. Ma in famiglia si dicevano molte cose di questi parenti milanesi.

Quando ho cominciato a studiare architettura zio Franco non c’era più, né in vita ci siamo molto frequentati. Non so se la sua figura mitica ha orientato la mia scelta, ma questa camera da letto è stata una bella eredità. C’è un lambrino su tutta la parete, alto novanta centimetri, tutt’uno con i comodini e le lampade. Di noce nazionale, quello che non si lavora più perché fa sanguinare il naso. Poi una fascia di trenta centimetri gira sull’altra parete e porta una mensola in cristallo con due cassetti sospesi. Tutto continuo, molto equilibrato, con le misure ognuna multiplo dell’altra. I dettagli dei cassetti e degli sportellini sono curati e raffinati. Mi ricordo che erano state disegnate anche le chiavi, che ora sono perse.

Mis padres han tenido el mismo dormitorio desde el 1955, más o menos. Yo nací en el’ 56. Todavía es la habitación de mi madre. La diseñó mi tío Franco de Milán.
En el imaginario familiar era “el arquitecto”. Caso único de geómetra intercambiado por arquitecto. En la obra a menudo me ha ocurrido de sentirme llamar “geómetra”, casi que el título de arquitecto fuera una “deminutio”. En todo caso el tío Franco (y el hermano, trabajaban juntos] era capaz.
En familia se decía que habían trabajado con Figini y Pollini. Pero en familia se decian muchas cosas de estos parientes milaneses.
Cuando  empecé a estudiar arquitectura tío Franco no estaba  más, tampoco nos habíamos frequentado mucho en vida.
No sé si su figura mítica haya orientado mi elección, pero este dormitorio ha sido una buena herencia.
Hay una revestimiento en madera en toda la pared, noventa centímetros de alto, diseñado como  una unidad con las mesas de luz y las lámparas. Hecho en nogal italiano, aquel que no se usa mas debido a que hace sangrar la nariz. A continuación, una banda de 30 centimetros  gira en la otra pared y lleva un estante de vidrio con dos cajones suspendidos. Todo un continuo, muy equilibrado, con cada medida mútiplo de la otra. Los detalles de los cajones y de las puertitas son elegantes y refinados. Recuerdo que se habían diseñado hasta las llaves que se han ido perdiendo.
Al di fuori dell’architettura i miei riferimenti sono gli scrittori e i poeti. Quelli (tanti) che ho letto e quelli che ho conosciuto personalmente. La frequentazione dell’architettura e della scrittura/lettura allena lo sguardo. Si può riconoscere qualità dove nessuno arriva: nel retro della realtà.
Fuera de la arquitectura mis referencias son escritores y poetas. Aquellos (muchos) que he leído y aquellos que he conocido personalmente. Frecuentar arquitectura, escritura y lectura entrena la mirada.
Se puede reconocer la calidad allí donde nadie la ve: en la parte trasera de la realidad.

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casa per studenti
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Casa per studenti

Essere architetto ad Aversa, ma più in generale in questa terra di meridione, significa assumere la DIFFICOLTÀ come centro del progetto. Ma la difficoltà, si sa, è un’opportunità. Così il linguaggio trae ispirazione.
Mi viene in mente un verso di Montale:“avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale”.
Come una piattabanda di cemento lasciata a vista con le sue sbreciature o un cordone di saldatura troppo visibile o due materiali che si accostano senza fronzoli intermedi. Verità, direi, idee forti, segni decisi: le uniche cose che possono resistere agli attacchi.

Ser un arquitecto en Aversa, pero en general mas en esta tierra del sur, significa asumir la DIFICULTAD como el centro del proyecto. Pero la dificultad, se sabe, es una oportunidad. De ella el lenguaje se inspira.
Me acuerdo de un verso de Montale: “hubera querido sentirme áspero y esencial” .
Como una plataforma de cemento que se deja  expuesta con sus hierros o una costura demasiado visible o dos materiales que se se combinan sin intermediaciones banales.
Verdad, diría yo, ideas fuertes, signos concretos: las únicas cosas que pueden resistir cualquier  ataque.

 

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Municipio San Prisco
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Municipio San Prisco

I miei pochi edifici esprimono il mio tentativo di “prendere le distanze” da questa terra. Il mio sforzo è che la faccia esteriore del luogo NON si rispecchi nelle cose che faccio. Quello che c’è dietro, sì. La bellezza del retro. Quando la afferri ti toglie il respiro.

Mis pocos edificios expresan mi intención de “distanciarse” de esa  tierra. Mi esfuerzo es que la cara exterior del lugar NO se refleje en las cosas que hago. Lo que está detrás, sí. La belleza de la parte de atrás. Cuando lográs aferrarla te quita la respiración.

 

 

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Casa F
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casa F
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casa F

Mi ha molto interessato l’architettura italiana del dopoguerra. Certo in continuità con il periodo a cavallo tra le due guerre ma con una componente di “rinascita” che ha alimentato una vocazione sociale a cambiare il mondo e una cifra di identità e internazionalità.
Oggi questa illusione è svanita, io credo, ma di un infinito senso di “rinascita” abbiamo perennemente bisogno. L’architettura ha in sé una promessa.

Me ha siempre interesado la arquitectura italiana de la posguerra. Ciertamente, en continuidad con el período entre las dos guerras mundiales, pero con un componente de “renacimiento” que ha alimentado una vocación social para cambiar el mundo y una imagen de identidad y de internacionalidad.
Hoy en día esta ilusión se ha desvanecido, pero  creo que,  de un infinito sentido de “renacimiento” tenemos una perenne necesidad  . La arquitectura encierra una promesa en sí misma .

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Ufficio postale Napoli

Nel 2012 ho fatto un libro: Racconti di Architettura, Tullio Pironti editore. I miei archetipi stanno tutti lì. Cito Gianni Biondillo:“ E grazie a questo taccuino di viaggio – incongruo e disordinato come tutti i taccuini autentici devono essere, fatto anche di cancellature o schizzi appena accennati – possiamo ritrovare luoghi e nomi della nostra formazione disciplinare e/o sentimentale: un Paolo Soleri a ritroso dall’America fino a Vietri sul mare, il Le Corbusier intimo di Maison la Roche e quello pubblico di Marsiglia, la sala della scherma “dimenticata” di Moretti, la Milano colma di affetto da parte di Vargas di Casa Rustici o della Chiesa di Baranzate”

En 2012 publiqué un libro: Historias de Arquitectura, Tullio Pironti editor. Mis arquetipos estan todos allí. Cito Gianni Biondillo: “Y gracias a este cuaderno de viaje, – incongruente y desordenado como todos los cuadernos de viaje deben ser, hechos también de borrones o bocetos que apenas se prefiguran – podemos encontrar lugares y nombres de nuestra formación disciplinar y / o sentimental: un Paolo Soleri de vuelta de América hasta Vietri sul mare, un Le Corbusier íntimo de Maison la Roche y público de Marsella, la sala de esgrima “olvidada” de Moretti, la Milán llena de afecto por parte de Vargas de  Casa Rustici o la de la Iglesia Baranzate “

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Chiesa Baranzate

“Città della Poesia_una ricerca di [sopra]vivenza”  è il titolo di un libro fatto nel 2012 con LetteraVentidue. Così è la mia città ideale. Sovversiva, perché non promette la felicità ma l’esperienza.
La città della poesia fa dell’uomo un ricercatore discreto e paziente. Che attende la risonanza della propria esperienza su cui modella le risposte. Così frena il consumo della vita.

“Ciudad de la Poesia_una búsqueda de (sobre) vivencia” es el título de un libro del 2012 hecho con LetteraVentidue. (editorial) Así es mi ciudad ideal. Subversiva, porque no promete la felicidad, pero sí la experiencia.
La ciudad de la poesía hace al hombre un investigador discreto y paciente. Que espera el eco de su propia experiencia sobre el cual modelar las respuestas. Así frena el consumo de la vida.

 

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La città della poesia

 

 La mia pratica del disegno nasce con il progetto di architettura. Lo “schizzo” ferma sulla carta la prima idea. Poi accompagna le fasi del progetto e del cantiere. Ci sono schizzi che a rivederli a lavoro ultimato coincidono totalmente con l’architettura realizzata. A volte faccio disegni anche alla fine. È un modo per capire cosa non ha funzionato o cosa ha molto funzionato. Per molti anni ho fatto solo disegni di questo genere.
Poi ho cominciato ad usare di più il disegno. Ho disegnato natura e città.
Cito Pasquale Belfiore: “Progetto di architettura e sensibilità artistica non devono cercare inutili pacificazioni, possono convivere meglio se separati l’uno accanto all’altro. Vargas disegna ossessivamente alberi e parla di radicamento al suolo delle architetture, ma nei suoi edifici viene sempre sottolineato il confine tra natura e artificio. Casa F a Dragoni come paradigma.”.
Mi riconosco.
Di recente in studio abbiamo catalogato tutti gli schizzi prodotti. Un lavoro entusiasmante, attraverso le date ho riletto i percorsi che ho seguito, i vuoti e le frenesie, i campi e l’evoluzione del disegno.

Mi práctica del dibujo nace con el proyecto arquitectónico. El “boceto” detiene en el papel la primera idea. Luego acompaña las fases del proyecto y de la obra. Hay bocetos que al volver a verlos cuando el trabajo terminan coinciden totalmente con la arquitectura construida. A veces también hago dibujos al final. Es una manera de entender lo que salió mal o lo que salió bien. Durante muchos años sólo hice dibujos de este tipo.
Entonces empecé a usar más el dibujo. Dibujé naturaleza y ciudad .
Cito Pasquale Belfiore, “Proyecto de arquitectura y sensibilidad artística no deben buscar conciliaciones innecesarias, pueden convivir mejor separados uno al lado del otro. Vargas dibuja obsesivamente  árboles y habla de enraizamientos  en el terreno de la arquitectura, pero en sus edificios siempre  acentúa la frontera entre naturaleza y artificio. Casa F en Dragoni como paradigma”
Me reconozco.
Recientemente en el estudio hemos catalogado todos los bocetos producidos. Un trabajo emocionante, a través de las fechas releo los caminos que he seguido, los vacíos y los delirios, los campos y la evolución del diseño.

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viti maritate inverno
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viti maritate estate
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opificio con palazzina uffici, Aversa nord

I disegni che faccio sono inequivocabilmente “disegni”. Uso penne pilot 0,4 e 0,7, penna a biro, caffè che spalmo con il dito e vecchi pastelli acquerellati. Disegno su carta preferibilmente riciclata e non rielaboro niente al computer.

Los dibujos que hago son inequívocamente “dibujos”. Uso las pilot  0,4 y 0,7, bolígrafo, café que desparramo en la hoja con el dedo, pasteles y acuarela. Dibujo sobre papel preferentemente reciclado, no uso la computadora para reelaborarlos.

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alberi

Disegno le città che ho nel cuore. Una città la possiedi attraverso la conoscenza. E mentre ne attraversi i luoghi puoi registrare che il sentire ti sta conducendo in un territorio nello stesso tempo geografico e interiore. E allora punto dopo punto ti accorgi che al di là di ogni previsione è il cammino stesso, le scoperte impreviste, le sensazioni vive sulla pelle che stanno generando la tua personalissima città. Puoi dare forma alla trama della tua città ideale.

Dibujo las ciudades que amo. Una ciudad se posee a través del conocimiento. Y mientras se atraviesan los lugares se comprende que el sentir (el sentimiento) te está conduciendo a un territorio al mismo tiempo geográfico e interior. Y entonces un punto tras otro te das cuenta de que más allá de todas las previsiones es el viaje en sí, los descubrimientos inesperados, sensaciones vivas en la piel que están generando tu ciudad íntima. Podés dar forma a la trama de tu ciudad ideal.

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Parigi
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Berlino

Metti New York. Sono stato a New York più di trenta anni fa. La prima volta. Poi ci sono tornato molte volte. Metaforicamente, grandi compagni di viaggio mi hanno accompagnato nella città della modernità peregrinando come avidi flâneur e lasciando montare l’immaginazione ad ogni incontro.
Tutti i mille scrittori americani che ho letto mi hanno riportato nelle geografie della città. Ogni volta, come in un perenne infinito atterraggio: Abbiamo iniziato la discesa verso l’aeroporto…la voce gracchiante del pilota.
Trenta anni fa scattavo diapositive. Ora sto ridisegnando la città dalle diapositive invecchiate.

Ponele Nueva York. He estado en Nueva York hace más de treinta años. La primera vez. Luego volví muchas veces. Metafóricamente, grandes compañeros de viaje me acompañaron en la ciudad de la modernidad pelegrinando como ávidos flâneur, dejando crecer la imaginación en cada encuentro.
Los miles de escritores estadounidenses que he leído  me recordaron las geografías de la ciudad. Cada vez , como en un perenne infinito aterrizaje “Comenzamos el descenso hacia el aeropuerto” … la voz ríspida del piloto.
Hace treinta años tomaba diapositivas. Ahora estoy rediseñando la ciudad a partir de diapositivas viejas.

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Manhattan
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Manhattan
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Manhattan

C’è una copertina di Domus [n°884, settembre 2005] dedicata a Ed Ruscha. L’artista americano fotografa in sequenza le facciate di Hollywood Boulevard.
È il 1973. Lo fa dal cassone del suo pick-up Datsun. Poi mette le foto in un cassetto. Dopo trentuno anni ripete l’operazione. E mette le due sequenza a confronto. Chiama l’operazione Then&Now.
Io invece sto annullando le trasformazioni. In questi disegni ci sono ancora le torri gemelle.
Ogni viaggio è un ritorno, l’hanno detto in tanti. Per l’occasione ho cambiato formato e usato una carta preziosa.

Hay una cubierta de Domus [n ° 884, septiembre de 2005] dedicado a Ed Ruscha. El artista americano fotografia en secuencias las fachadas de Hollywood Boulevard. Es el 1973. Lo hace desde la caja posterior de su camioneta Datsun. Luego pone las fotos en un cajón. Después de treinta y un años se repite la operación. Y compara las dos secuencias. Llama esta operación ” Then&Now”
Yo en cambio estoy anulando las transformaciones. En estos dibujos todavía estan las torres gemelas. Cada viaje es un regreso, lo han ya dicho tantos. Para la ocasión he cambiado la medida de la hoja y he utilizado un papel especial.

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lower Manhattan

Nel mio sito tengo un blog dove recensisco i libri che leggo, rifletto sull’architettura attraverso una rubrica su presS/Tletter che si chiama “nutrimenti dell’architettura”, e cerco nessi personali.
http://www.davidevargas.it

En mi sitio tengo un blog en el que escribo sobre los libros que leo, reflexiono sobre la arquitectura a través de una columna de presS/Tletter llamada “el nutrimento de la arquitectura”, buscando conexiones personales.
 http://www.davidevargas.it

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